Imparare a cambiare: come disimparare per evolvere davvero
Quante volte ti sei detto “devo cambiare”, “stavolta lo faccio davvero”, “è arrivato il momento”… e poi? Niente. Tutto uguale. Stesso copione, stessa frustrazione. Non è colpa tua, o meglio… non solo. Il punto è che imparare da adulti funziona in modo diverso da come ce l’hanno insegnato a scuola. Il cervello adulto non è una pagina bianca su cui scrivere nuove informazioni. È più simile a un disco rigido pieno: per installare qualcosa di nuovo, a volte bisogna prima disinstallare ciò che non funziona più. Quindi cambiare non è questione di forza di volontà, ma di strategia.
Articolo a cura di Sandro Barbati e Andreas Schwalm

Il mito del “sono fatto così”
“Io sono impulsivo, ci posso fare poco.
“Non sono portata per le presentazioni in pubblico”
“A 50 anni è tardi per rimettersi in gioco”
Riconosci qualcuna di queste frasi? Magari le hai pensate anche tu, in qualche momento di sconforto, perché sono un esempio di credenze limitanti travestite da buon senso. E funzionano benissimo nel tenerci fermi esattamente dove siamo.
La buona notizia? Il cervello umano è neuroplastico per tutta la vita. Significa che può cambiare, riorganizzarsi, creare nuove connessioni, e non importa quanti anni hai o quante volte hai fallito in passato: puoi ancora imparare, e quindi evolvere.
La cattiva notizia? Il cervello non cambia da solo, tipo aggiornamento automatico di Windows alle 3 di notte. Ha bisogno di motivazione, emozione, contesto e intenzione chiara. In altre parole, ha bisogno che tu decida chi vuoi diventare, non solo cosa vuoi imparare.
Disimparare: il superpotere che nessuno ti ha mai insegnato
Ecco la parte che di solito viene saltata: prima di imparare qualcosa di nuovo, spesso devi disimparare qualcosa di vecchio.
Prendi il manager perfezionista che abbiamo incontrato nel webinar “Impara a cambiare”: un professionista brillante, preparato, con tanta esperienza (leggi il post); eppure nelle riunioni parlava poco, aspettava di avere la risposta perfetta prima di intervenire, con il risultato che ha perso opportunità di visibilità, funzionali alla sua crescita. Il problema non era la mancanza di competenze, ma la strategia inconscia che aveva costruito nel tempo: “parlo solo se sono sicuro al 100%, altrimenti faccio brutta figura”. Una strategia che magari in passato lo aveva protetto, ma che ora lo sabota.
Nella PNL Sistemica, ogni comportamento ripetuto è definito “strategia”, in altre parole una sequenza strutturata di pensieri, emozioni, immagini mentali e azioni. Per cambiarla non basta la buona volontà, serve mappare la strategia da migliorare, riconoscerla, e poi modificarne qualche elemento chiave.
Il nostro manager ha iniziato con piccole deviazioni: preparare un solo mini intervento prima di ogni call. Fare una domanda invece di dare la risposta perfetta. Bug minuscoli nella sua routine mentale, ma sufficienti per aprire nuove possibilità.
Le credenze sono come un software che puoi aggiornare
Pensa alle tue credenze come al sistema operativo del tuo cervello: alcune sono utili, altre sono… diciamo… un po’ vintage, tipo Windows XP nel 2025.
Qualche esempio di credenze da aggiornare urgentemente:
- “Per studiare bene serve molto tempo” → Versione aggiornata: “Posso apprendere in modo efficace anche in sessioni brevi e mirate”
- “Devo essere perfetto quando parlo in pubblico” → Versione aggiornata: “L’autenticità batte la perfezione, sempre”
- “Non sono portato per le lingue” → Versione aggiornata: “Ho semplicemente usato metodi sbagliati finora”
Le credenze non sono verità assolute ma interpretazioni della realtà che abbiamo costruito nel tempo per attrezzarci ad affrontare il futuro. Non sono vere o false, perché derivano dalle esperienze che abbiamo fatto e che generalizziamo come se fossero verità assolute. Ma possono essere disimparate e sostituite. Come? Non con l’autosuggestione (“sono bravo, sono bravo, sono bravo” ripetuto 100 volte davanti allo specchio), ma con esperienze concrete che contraddicono la vecchia credenza e rinforzano la nuova.
Cambiare strategia: piccoli bug, grandi risultati
Qui viene la parte interessante. Per cambiare un comportamento non devi stravolgere la tua vita, ma hackerare il sistema con piccole deviazioni mirate. Hai l’abitudine di procrastinare? Non serve promettere a te stesso che da domani diventi un’altra persona. Basta modificare un elemento della tua strategia:
- Cambi dove ti prepari a lavorare (scrivania vs divano)
- Cambi quando affronti il compito (mattina vs sera)
- Cambi come ti parli prima di iniziare (“che fatica” vs “vediamo cosa scopro”)
- Cambi l’immagine mentale che ti fai del risultato finale
Un solo elemento. Un piccolo bug. E osservi cosa succede. E’ quello che facciamo nel coaching: individuare la strategia attuale, trovare il punto di leva, introdurre la variazione minima necessaria. Non serve la rivoluzione, serve l’evoluzione intelligente.
Il cervello impara quando è motivato (e quando si diverte)
Un’ultima cosa, importante: il cervello adulto impara meglio quando:
- C’è motivazione “intrinseca” (vuoi farlo per te, non per compiacere qualcuno)
- C’è connessione emotiva (ti interessa davvero, ti emoziona, ha senso)
- C’è gradualità (piccoli passi sostenibili, non maratone impossibili)
- C’è leggerezza (sì, anche un po’ di divertimento aiuta)
Ricapitoliamo:
- Il tuo cervello può cambiare, a qualsiasi età
- Prima di imparare qualcosa di nuovo, spesso devi disimparare qualcosa di vecchio
- Le credenze limitanti sono software obsoleti che puoi aggiornare
- Per cambiare comportamento, basta modificare un elemento della strategia. Se il risultato è migliore, col tempo cambierà la tua credenza limitante e la sostituirà con una più adatta
- Piccole deviazioni dalla routine possono aprire grandi possibilità
Alcune domande per te
- Quale parte del tuo modo di apprendere vuoi aggiornare?
- Quale credenza ti tiene fermo?
- Quale strategia inconscia ti sabota?
- Quale piccolo bug potresti introdurre nella tua routine mentale questa settimana?
Il cambiamento non è un evento, è un processo, e tu ne hai già il codice sorgente.
Ti interessa approfondire?