Ripensare le risorse umane al tempo della globalizzazione

Rompere alcuni vecchi schemi per competere meglio

Le competizioni nei mercati globali oggi si vincono con organizzazioni corte, piatte e snelle.

Le componenti di prodotto (la palla se usassimo una metafora sportiva) devono stare in movimento (non possono stare ferme), muoversi con velocità e passaggi corti per andare (in avanti) da un reparto all’altro tenendo pronta e unita tutta la squadra.

Organizzazioni di questo genere si formano con persone appassionate, disponibili a muoversi e al gioco di squadra, con poche procedure ma obbiettivi chiari e condivisi. Bassa gerarchia, poco comando ma molta leadership con visione e capacità di coinvolgimento e attivazione.

Gli elementi di strategia e di conquista dei mercati che oggi caratterizzano la produzione, la commercializzazione e la vendita di prodotti e servizi, cioè i fattori che costituiscono le principali leve di competizione economico-finanziaria sono:

  • Innovazione continua
  • Differenziazione apprezzabile e riconosciuta
  • Velocità di realizzazione
  • Tempestività di consegna
  • Facilità d’acquisto e di utilizzo
  • Qualità del prodotto
  • Qualità della relazione di servizio associata al prodotto
  • Soddisfazione del cliente

Perché le aziende (e tutti i tipi di organizzazione che operano anche in forma economica) possano  attivare le leve indicate e rispondere in modo adeguato alle sfide che fronteggiano è necessario cambiare il loro modo di operare, delle loro culture e delle loro competenze in fatto di organizzazione e di gestione delle loro Risorse.

I modi con cui si possono chiamare o con cui dare un nome alle strategie in corso di realizzazione sono molti (quasi tutti in inglese: non è un caso): breakeven time, lead time, time to market, time-based strategies, lean organization, learning organization, etc.

Tutte nominalizzazioni che sottolineano che lo sviluppo competitivo necessita di nuova cultura d’impresa (oltre che nuove tecnologie e nuovi prodotti), cioè di nuove convinzioni su come si fanno e si fanno funzionare le organizzazioni.

Le imprese non sono ‘oggetti’ che si trovano al mercato, sono ‘sistemi di relazioni tra persone’ costruiti dalle persone, che fanno ‘cose’ per le persone.

In questa prospettiva la qualità organizzativa, delle risorse che la fanno, è il fattore strategico di successo e implica un ripensamento dei modi di realizzare e valorizzare le relazioni interne (tra operatori, coordinatori, leader) ed esterne (tra sistema-impresa, clienti e stakeholders).

Per assumere questa prospettiva economico occorre operare una rottura di schema che porti a considerare la gestione e lo sviluppo delle Persone (Risorse Umane) non più come attività di una funzione aziendale specialistica, separata (di staff) dal processo operativo che genera valore e redditività. Al contrario le attività di “Sviluppo delle R.U.” devono essere promosse come attività strategiche di general management, come attività primarie (generative) nella ‘produzione del valore’.