Hey Jude: una considerazione estiva sul miglioramento

Hey Jude: riflessioni sul miglioramento

Questa mattina d’estate camminavo per strada pensando alle mie imminenti vacanze e – chissà perché – nella mia mente continuava a girare, insistentemente, una vecchia e bella canzone dei Beatles: Hey Jude. In particolare la mia attenzione finiva sempre per cadere sull’ultimo verso delle strofe:

then you can start to make it better” (quindi puoi iniziare a farlo diventare migliore).

A volte succede: una immagine, una frase, un dettaglio qualunque ti gira nella mente per anni e poi -zac- un giorno acquista improvvisamente un senso e un significato mai percepito prima.

“Then you can start to make it better” mi ha pervaso come un insight. E ho sentito che questo sarà quello che farò con questa mia estate: inizierò a farla diventare migliore. Aumentando la consapevolezza del presente, cercando in ogni dettaglio una possibilità di miglioramento anche minima, momento per momento. Anche nei momenti e nelle attività sgradevoli. Anzi, soprattutto in quelli. Perché, anche se di solito non ci pensiamo, la possibilità di migliorare qualcosa è sempre alla nostra portata: un dettaglio, una disposizione degli oggetti, una frase. Senza altro obiettivo che la percezione stessa del miglioramento.

C’è una forte affinità con il concetto giapponese di Kaizen, liberato però dalla componente efficientistica. Scopo del Make It Better non dev’essere qualcosa di misurabile come risultato della volontà migliorativa, ma il piacere del miglioramento in sé, che si prova specificamente nell’atto di migliorare qualunque cosa. Se vogliamo è anche una rivincita sulla perdita della scommessa epocale sul controllo e il dominio delle cose. La Complessità ci ha fatto capire che non controlliamo granché, la frammentazione (sociale, prima ancora che geopolitica) ha stracciato qualunque ideologia del dominio, dei piani d’azione e degli obiettivi cosiddetti SMART. Dunque se il controllo è un’illusione e l’influenzamento una possibilità, il miglioramento senza scopo resta totalmente nella nostra volontà.

Quello che manca in genere non è la possibilità, ma la capacità della mente di restare concentrata sul miglioramento situazionale. Eppure a pensarci bene è una strategia potente per uscire dalla perdita di senso che contrassegna i nostri tempi, almeno a livello individuale – inizialmente.

Tu come passi le giornate?” “Migliorando le cose”. 

Non stanchiamoci di migliorare, qualcosa accadrà.

Di Camillo Sperzagni

Lavora sul tuo mindset e comincia un percorso di PNL Sistemica, di Counseling o di Coaching