Counseling d’impresa per il ben-essere organizzativo

Trasformazione digitale?

Dalle sue origini, il counseling si è sempre contraddistinto come un’attività di supporto alle persone nei momenti di crisi, impasse, scelte difficili e cambiamenti importanti. Come il coaching, attiva processi di apprendimento e attivazione delle risorse personali, ma mentre nel primo caso l’obiettivo riguarda una performance già definita, nel counseling invece il focus è sul superamento di blocchi ed empasse generando deutero-apprendimento.
Noi riteniamo che nei processi di radicale cambiamento oggi in atto nel mondo delle imprese, l’apporto del counselor possa essere di grande pregnanza, proprio in quanto il counselor agisce a un livello più macro rispetto al coach.

Egli infatti è la figura professionale per competenze più idonea a leggere e comprendere la complessità delle dinamiche relazionali all’interno di un contesto aziendale, e proprio per questo porsi come un riferimento per il miglioramento dei processi, il change management, il clima organizzativo.

Attraverso l’ascolto attivo e l’azione maieutica sia a livello della singola persona che di gruppi può facilitare il processo d’integrazione e armonizzazione delle parti (sia individuali che gruppali – in out) e favorire l’emersione delle risorse dei soggetti orientate a una visione d’insieme.

 

Lo stato delle cose

Se queste sono le potenzialità, la situazione attuale vede per contro, dal lato aziendale, una mancanza di consapevolezza pressoché generale tanto della natura del counseling quanto delle sue potenzialità per generare valore ed efficienza in azienda. Mentre competenze come lo Psicologo (del lavoro ma non solo) o il Coach hanno ormai trovato una loro nicchia stabile nella narrazione d’impresa, il Counselor risulta ancora una figura del tutto marginale e di scarso valore percepito.

Per fare counseling in azienda, devo vendermi come coach: una frase che ci siamo sentiti dire più di una volta.

Ciò è dovuto a ragioni storiche, sociali e soprattutto di marketing: non si è mai ricercato un posizionamento chiaro di questa figura che la togliesse definitivamente da quell’angolo angusto e ibrido tra l’assistente sociale e lo psicologo light in cui viene normalmente confinata, dove lo “sportello di ascolto” pare essere la sua maggiore -se non unica- caratterizzazione.

Per contro, entrando nel dettaglio di tutte le tematiche organizzative emergenti – dal welfare aziendale alla gestione del clima, dal tema della fiducia a quello del cambio culturale – si delinea chiaramente la centralità del possibile contributo del counseling d’impresa. Ad esempio di parla molto di Smart working, ma dove sono gli Smart workers e gli Smart leaders?

Concetto-chiave: Felicità genera Valore

Il posizionamento possibile è un nuovo profilo di counselor come professionista che lavora sulla motivazione (job crafting, sense of belonging, mission) del singolo lavoratore o del gruppo azienda partendo dall’accettazione incondizionata di quello che c’è (anche problematico) per attivare e allargare lo sguardo a una visione d’insieme di sviluppo delle risorse, non di tipo performativo e individuale (come nel coaching) ma di costruzione creativa di un progetto condiviso orientata alla collaborazione e alla realizzazione di un sé in relazione.
 Un cambiamento profondo che sposta la visione della relazione da un piano di verticalità gerarchica a una concezione circolare, con una forte motivazione partecipativa orientata alla ricerca di un obiettivo e bene comune dove ognuno con le proprie caratteristiche personali e consapevolezza del ruolo, fa la propria parte, scambia e condivide esperienze (expertise and talent sharing).

Il counselor d’impresa dunque come operatore di “felicità” e “lettore di complessità” per la creazione di un Benessere Organizzativo, da non confondere con la figura professionale – interna o esterna – del consulente organizzativo. La strada forse è lunga, ma almeno ha un senso evolutivo: per il counselor, per l’azienda e per le persone che la configurano. E quando una cosa ha senso, prima o poi si avvera.

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