Dalle tattiche di Goebbels alla propaganda politica dei nostri giorni

…E se qualcuno stesse cercando di manipolarci?

La manipolazione di massa è un tema ricorrente, anche alla luce di eventi mondiali e al riemergere di temi nazionalistici o razziali che parevano ormai accantonati dalla Storia. Uno dei padri fondatori di questa arte funesta fu – manco a dirlo – uno dei principali artefici dell’ascesa del nazismo nella Germania degli anni ’30: Joseph Goebbels. Qua di seguito riproponiamo gli undici principi della propaganda, indicati dallo stesso Goebbels. In questo modo potrete rifletterci per cercare di capire se corrispondono alle strategie messe in atto da alcuni dei politici dei nostri giorni.

...E se qualcuno stesse cercando di manipolarci?
  1. Principio della semplificazione e del nemico unico: Scegliere un avversario e insistere sull’idea che sia lui la fonte di tutti i mali. Per esempio: “gli immigrati”, “la destra” o “la sinistra”, “Il presidente del Consiglio”
  1. Principio del contagio: Fare di tutta l’erba un fascio, riunendo chiunque faccia del male in un’unica categoria. In questo modo si rinforzerà l’idea di un nemico unico da combattere. Per esempio: “i mussulmani sono tutti terroristi”; “Al governo sono tutti ladri”
  1. Principio della trasposizione: Dare costantemente la colpa all’avversario o riversare su di lui i propri difetti. Il ladro chiama “ladro” il suo nemico, per confondere le idee e metterlo in difficoltà. I violenti accusano i loro avversari di essere “antidemocratici”.
  1. Principio dell’esagerazione e della deformazione: Trasformare qualsiasi aneddoto, per quanto piccolo o banale, in un fatto da cui dipende la sopravvivenza della società. L’obiettivo è far percepire qualsiasi atto compiuto dall’avversario come sospettoso e minaccioso.
  1. Principio della volgarizzazione: “Qualsiasi propaganda deve essere popolare e adattare il suo livello al meno intelligente degli individui a cui è diretta. Più grande è la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale richiesto. La capacità recettiva delle masse è limitata, e la loro comprensione è scarsa. Inoltre, la massa dimentica molto facilmente”.
  1. Principio dell’orchestrazione: “La propaganda deve limitarsi a un numero piccolo di idee e ripeterle instancabilmente, presentandole ogni volta da un punto di vista diverso, che però riporti sempre allo stesso concetto. Non ci devono essere ambiguità né dubbi”. Proprio per questo motivo, come si suol dire, “se una menzogna viene ripetuta a sufficienza, alla fine diventa una verità”.
  1. Principio del rinnovamento: Consiste nel pubblicare notizie e idee che denigrano l’avversario in grandi quantità e a grande velocità. In questo modo la difesa sarà costante.
  1. Principio della verosimiglianza: Presentare delle informazioni confermate, almeno in apparenza, da fonti solide, anche se in fondo vengono mostrate solo in modo parziale. L’obiettivo è creare una grande confusione, che i cittadini tenderanno a risolvere attraverso la spiegazione più semplice possibile: vale di più una bugia che non può essere smentita, di una verità inverosimile.
  1. Principio del silenzio: Consiste nel non realizzare dibattiti su argomenti su cui non si hanno motivazioni abbastanza convincenti, e allo stesso tempo nascondere le notizie che favoriscono l’avversario. “Se non puoi contrastare le brutte notizie, inventane altre che distraggano da esse”.
  1. Principio della trasfusione: Utilizzare miti o pregiudizi nazionali o culturali per risvegliare una componente viscerale che alimenti determinate pratiche politiche. Le idee devono essere sorrette dalle emozioni più primordiali.
  1. Principio dell’unanimità: Convincere i cittadini del fatto che è necessario pensarla come gli altri, creando una falsa unanimità. Il desiderio istintivo di appartenere a un gruppo completerà l’opera.

Lo schema di Goebbels e dei suoi seguaci viene completato dall’utilizzo di leader carismatici e slogan molto semplici, ma di grande impatto emotivo. Allo stesso tempo, si utilizzano rituali spettacolari, di grande impatto visivo e sonoro. E oggi, aggiungiamo noi, anche una presenza massiccia sui social.

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(Articolo di Camillo Sperzagni)

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